sabato 13 ottobre 2012

Vi spiego perché i summit della MMT di Rimini e Cagliari falliranno.

La MMT non attacca. Non da sola. Avrebbe dovuto diventare un collante per i tanti, troppi, gruppi di protesta ed invece, così com'è è una meteora già precipitata.



Ai summit ed alle conferenze tenute da Paolo Barnard ci viene magnificato lo splendore degli anni d'oro nell'Italia della Lira.
Ma cos'è cambiato da allora se non lo status giuridico del nostro Paese dopo i mille maneggi ancora in corso sulla nostra Costituzione che si traducono de facto nella compromissione della sovranità?

L'inizio di tutto o quasi si ha con il divorzio tra Banca d'Italia (successivamente privatizzata) e Ministero del Tesoro.

Quindi il più smaliziato degli osservatori potrebbe chiedere: allora se si ritorna alla sovranità monetaria e democratica, ovvero torniamo ad essere quelli di una volta, è fatta. 
Ma allora a cosa ci serve la MMT?

La MMT è un'ottima idea di strumento per la gestione della moneta e delle politiche monetarie nazionali ma c'è da chiedersi se per importanza non venga semmai anche solo immediatamente dopo la soluzione politica, visto che senza un ritorno alle origini della nostra Costituzione, o quantomeno al ripristino della sovranità monetaria essa è inapplicabile e visto anche che l'attuale cappio del debito è stato stretto attorno al collo delle democrazie attraverso l'azione politica anticostituzionale degli ultimi due governi.

Servono dunque due summit, uno a Rimini il 20 e 21 ottobre ed uno a Cagliari il 27 e 28 dello stesso mese per convincerci che invece la ricetta sia diversa.
Parte da qui la disfatta di un movimento destinato ad afflosciarsi come il tendone del circo di Dumbo.

Infatti già le donazioni sono scarse ed arrivano in ritardo. L'organizzazione degli eventi stavolta a dispetto dell'inaspettato successo del primo summit tenuto in febbraio arranca e la prospettiva di avere palazzetti strapieni di pubblico tramonta.
Com'è possibile dopo il grande successo di febbraio e dopo 8 mesi ininterrotti di copertura del fenomeno Barnard sull'ampio spettro del web e persino in tv e su RAI 2 a "L'ultima parola" di Gianluigi Paragone?
Come si fa a steccare in una situazione tanto favorevole per non dire addirittura ideale?
Forse la chiave di lettura non sta tanto nei supposti ostacoli individuati da Barnard (i giornali non parlano più di crisi dell'Euro e la parola 'SPREAD' tanto urlata per preparare il colpo di stato finanziario del novembre scorso è scomparsa dall'immaginario collettivo e quindi la gente non sente più il fiato sul collo) perché a queste condizioni gli stadi li riempi lo stesso (altrimenti come avrebbe fatto Grillo a fatturare 40 milioni all'anno a partire dal 2006?) ma piuttosto nella macchina che invece di consegnare a Barnard le chiavi d'accesso al rilancio di un'idea lo sta pietosamente appiedando.

E non intendo utilizzare argomenti come la scarsa capacità comunicativa dello stesso Barnard, o i controversi carteggi con l'amministrazione calabrese. Non parlo di arroganza e delle male parole usate nei confronti dei fedeli servitori della MMT di prima istanza, come li definirebbe lui. Nè userò la scusa della sua divenuta totale mancanza di rispetto verso la gente destinataria del suo messaggio se è vero com'è vero che in quel di Campodarsego (PD) attribuiva colpa della fallimentare questua pro summit di Cagliari agli impudici indigeni isolani a suo dire abitanti di una regione inutile - con buona pace del n°2 (sui 3...cento) e co-produttore del disastro; Daniele Basciu facente parte della stessa immonda genia natale.
Parliamo del disastro dovuto sostanzialmente ad auto-referenzialità, miopia ed incapacità, ma mi verrebbe da dire, impotenza strategica.

Gli MMTers italiani sopravvissuti ai licenziamenti del para-guru, ribattezzati da Paolo Barnard i "300" per elogiare quelli che lui ritiene gli irriducibili, ovvero i soldatini ubbidienti che eseguono senza rompere - in riferimento ai 300 spartani periti nella battaglia delle Termopili nel 480 a.C. -  in realtà letteralmente in 3 e basta (Barnard, Basciu, Provenzale rispettivamente il padrone, la macchina da guerra ed il grafico che non sbaglia un colpo) stanno sbagliando tutto: Strategia, obiettivi, target, contenuto e linguaggio.


Strategia

L'idea è stata quella di propag(and)are il movimento attraverso la spinta dei piccoli imprenditori italiani (a dire il vero solo una manciata raccolta in una piccola parte del nord Italia) perché costituenti l'ossatura del cosiddetto Sistema Italia.
Niente di più campato in aria.

A parte il fatto che non è detto che l'ossatura sia sana ed in buone condizioni, ma poi tutto si basa sull'errato presupposto che i piccoli e medi imprenditori abbiano le palle e siano in grado di invertire la rotta del Paese.

Fermo restando il principio che esistono persone capaci in tutti i settori produttivi ed intellettuali del Paese faccio una riflessione improntata anche sulla conoscenza diretta.
Innanzitutto il fatto che gli imprenditori nostrani siano anche la categoria in maggiore difficoltà lascia intendere che siano stati tra i meno lungimiranti e da qui due considerazioni:

1 assieme ai grandi imprenditori non hanno saputo gestire la delocalizzazione che è stata sia di tipo industriale che di tipo intellettuale consegnando il nostro cosiddetto know-how ai paesi emergenti. Oggi nostri fornitori ed egemoni commercialmente parlando.

2 Non si sono dimostrati una categoria tanto capace da essere in grado di gestire nemmeno il proprio voto alle politiche degli ultimi trent'anni badando esclusivamente al prorpio miope interesse immediato (come tutti gli altri del resto) ora vogliamo mettergli in mano il Paese?

Forse Barnard ha preso un abbaglio credendo di poter sostituire con l'attuale classe produttiva quella classe borghese illuminata che invece non esiste più.

Gli imprenditori scelti da Barnard non incarnano affatto la tradizionale spinta culturale e programmatrice di tempi prosperi per tutti che invece è sempre stata la borghesia - motore di rivoluzioni messe in mano al popolo dopo una teorizzazione intellettuale - ma piuttosto sono dei normali cittadini, generalmente piuttosto individualisti.
MAI SCESI IN PIAZZA nella storia italiana e forse mondiale ma piuttosto inclini a restare in pantofole davanti alla tv a dare del comunista a chiunque alzi la testa contro il potere o a frequentare ambienti di 'classe' con annesse cene di categoria, essere imprenditori non significa automaticamente essere capitani coraggiosi, specie se improvvisati o ereditieri di aziende appartenute al padre o al nonno.

Ma poi quale sarebbe il valore aggiunto (abusando del gergo mercantile) che gli imprenditori avrebbero portato alla MMT italiana? Quali sono le loro idee? Hanno un loro progetto politico di rilancio indipendentemente enucleato o si sono accodati al carrozzone e stop?

Insomma negli 8 mesi che hanno seguito il primo summit in che cosa la MMT italiana si è arricchita ed ha prodotto? Che aspettative ha saputo soddisfare e che fatti ha messo sul piatto che ora chiede ai cittadini ed agli imprenditori di riempire di euro (rispettivamente 40 e 100) per la realizzazione degli imminenti remake di Rimini e Cagliari?
Tutto fa supporre che i prossimi ripudiati saranno proprio gli imprenditori incapaci persino di fare numero.

Nei suoi convegni Barnard glissa immancabilmente sulla questione politico-istituzionale considerandola evidentemente accessoria ed incentra gli eventi sulla spiegazione di aspetti finanziari e monetari ma senza mai fare un discorso equilibrato con la questione giuridico-costituzionale che dovrebbe governare il cambiamento.
Perché mai i temi legati alla moneta ed alla speculazione sul debito conditi da capitoli di complottismo seppur ben documentati dovrebbero essere sufficienti a chiarire il percorso che uomini e donne dovranno intraprendere per tentare di liberarsi?

Perché non convogliare all'interno del movimento anime tradizionalmente predisposte al cambiamento come i movimenti operai e gli studenti in queste settimane stabilmente in piazza assieme ai cittadini assiepati intorno al Parlamento e bersaglio delle manganellate?
Ci avete visto qualche imprenditore prendere le manganellate? Io però ho visto 100 mila studenti organizzarsi in 24 ore e scendere in 90 piazze italiane con un bel carico di carote anziché strumenti di reale conoscenza nelle mani - metà del lavoro però l'avevano fatto, altro che 200 imprenditori che vanno ad un summit.
Perché ridurre anche la MMT ad esempio elitario di gestione della conoscenza quand'anche non diventasse di potere esattamente ricalcando il sistema che dichiara di voler combattere?
Perché Barnard preferisce legarsi anziché a chi sta cercando di reagire magari ciecamente, alla categoria dei suicidi che trovano anche nel gesto più estremo intimo riparo nell'individualismo più isolato?

Sarai anche imprenditore ma prima bisogna vedere come lo sei diventato, di che pasta sei fatto e se hai sale in zucca, ma soprattutto quanti ce ne sono di capaci nel serbatoio del movimento.
A giudicare dalle iscrizioni ai summit si direbbe assai pochi.
E quanto più questo errore di valutazione strategica si è venuto a dimostrare marcato, tanto più l'oggetto del summit ha assunto i connotati di un evento autoreferenziale ed autocelebrativo.

Ecco perché a Rimini e Cagliari ad ottobre assisteremo a due autentici flop.


Messaggio

Per poter cantar vittoria i 3… cento avrebbero dovuto portare ai summit almeno tra i 5.000 ed i 7.000 partecipanti. Come minimo. Ed a conti fatti la soglia può essere raggiunta soltanto rendendo gratuito l'ingresso (il che non sarebbe nemmeno sbagliato) a patto di saper far campagna informativa capillare.

Dopo otto mesi di esposizione sui media Barnard avrebbe potuto accontentarsi di un gruppo organizzativo anche di minima efficienza per raggiungere in surplace il risultato necessario. Sarebbero bastati una adeguata promozione e soprattutto attività concrete che dimostrassero che attorno nella MMT gruppi ed individui avrebbero potuto trovare il volano di un movimento più ampio, consapevole ed incisivo.
La macchina organizzativa c'era ed era esattamente la stessa, più eccellenti rinforzi, che fu in grado di portare 2.000 persone al summit di febbraio partendo dal nulla. Lo zero più assoluto.
Paolo Barnard l'ha prima licenziata e poi ostacolata in tutti i modi persino con l'arma della diffamazione.
Questo atteggiamento ha letteralmente spaccato in due il movimento e sedato sul nascere sia la promozione dei summit ad opera dei reietti sia la divulgazione della MMT perché ritenuto (sempre dai 3... cento) fatta in modo poco aggressivo.
Così la maggioranza degli attivisti insospettita dagli equivoci botta e risposta tra i "300" ed i "licenziati" è rimasta ingessata nel dubbio.

Nessuno ha mai tolto a Barnard i suoi meriti ma proprio su questo punto, sul quale egli stesso ultimamente danza narcisisticamente sui palchi dei teatri e delle assemblee in tutta Italia, viene da chiedersi, beh Barnard, tutto qui?
Se introduci delle importanti novità sostenendole con una autorevole indagine storica e poi la castri, la depotenzi vincolandola alla tua immagine ed ai tuoi veti non fai altro che riciclare il modello di gate keeper già di Beppe Grillo. O sbaglio?


Target

Estromessi gli ottimi economisti del primo summit (tra cui la splendida e da tutti attesissima Stephanie Kelton - letteralmente il motore del primo e vento), estromessi gli studenti, estromesse le categorie dal classico fiuto per il cambiamento come quella operaia e senza aver mai sedotto di striscio i 'cervelli' non restava che far fuori gli attivisti disallineati dal para-guru ma per fare cassa - obbiettivo summit - erano comunque necessari i "ratti" detti anche "topi di fogna" ovvero i fans ed i volenterosi in buona fede.
Ma a quale scopo se i destinatari di tali iniziative erano sempre i 2.000 del primo summit?

La cosa insospettisce molti, il messaggio è che bisogna fare cassa. Incassare ad ogni costo.
E le attività? I fatti concreti con i quali tentare di scardinare il sistema della corsa verso il disastro?


Contenuto e linguaggio

Non fosse bastato tutto questo i 3… cento con a capo il grafico provetto che non sbaglia un colpo sciorinavano una campagnuccia di "sensibilizzazione" in tono horror.
Senso di colpa, provocazione ed aggressione del destinatario diventano il sunto del messaggio.

E badate bene che la campagniuccia viene condotta sostanzialmente su Facebook in barba all'ordine del para-guru condito da altezzosa denigrazione dell'attività da tastiera.

Contemporaneamente nella mailing list di reimpresa e gli altri imprenditori (rimpinzata periodicamente da indirizzi di posta elettronica rubacchiati qua e là senza il consenso dei proprietari, tanto per rimpiazzare la moltitudine di chi chiede di essere depennato e lasciato in pace)  tutto trascorre da settimane con incredibile ritardo basandosi sulla tanto detestata (dal para-guru) attività da tastiera (ma li legge i messaggi che vi circolano dentro?).
C'è però da sottolineare l'aggravante che nella mailing list in oggetto è un continuo fluire di video ed articoli vetusti, direi ormai anacronistici, ed ancor peggio messaggi di un patetico infantilismo stratificato sopra al qualunquismo imbarazzante di chi non ha la minima percezione della realtà (e della lotta di classe).

E questi sarebbero i 300 ovvero l'ossatura dell'Italia che produce pronta a lanciare dardi infuocati contro il sistema.


Risultato

E così anche loro, gli imprenditori, inscatolati nella loro mailing list, si isolano dal resto del mondo e del movimento in cui dovrebbero invece immergersi benché da Democrazia MMT giungano ripetuti inviti a partecipare alla luce del sole alle attività ed alle proposte assieme agli altri attivisti.

Per farla breve all'interno della scatola che contiene la giostra presentata a Rimini da Barnard con effetti speciali, video di impianto horror-depressivo  troverete solo istruzioni teoriche e del tutto incomplete (il famoso manifesto - ma anziché arrivarci in 8 mesi non sarebbero stati sufficienti 8 minuti di interviste agli esperti della MMT?) per costruire la quale non mancano economisti, monetaristi ma mancano giuristi, costituzionalisti ed attivisti; ovvero tutta gente che è stata licenziata dal padrone della baracca o mai considerata.

Eh si perché se hai messo in piedi un movimento di portata nazionale cos'altro ti serve?
Dei relatori competenti, possibilmente esperti in "materia nazionale", in grado di fornire una consulenza operativa sul campo accanto a politici capaci ed onesti che portino il Paese fuori dal disastro in maniera operativa (vedi il caso Argentina).

Invece adesso che Barnard ha preso tutti i migliori a calci nel culo; dopo essersi inimicati quei pochi esperti (davvero) capaci di comunicare, a chi mettere nelle mani tali e tante istruzioni per la ricostruzione della democrazia in Italia?
Ma agli attuali partiti ovviamente perché 8 mesi se ne sono andati per farsi terra bruciata attorno e non c'è più tempo per costruire un movimento politico antagonista specie partendo dai 3… cento.

La MMT non attacca. Non da sola. Avrebbe dovuto diventare un collante per i tanti, troppi, gruppi di protesta confinanti ma autisticamente sgomitanti tra di loro ed invece, così com'è è una meteora già precipitata.
Una teoria economica e monetaria da sola non ha alcun appeal e non riesce ad appassionare la gente così come non può interessare quelle elite di mezzo destinate ad essere travolte dal fango ed ancora forse in grado di muovere qualche leva del cambiamento.

Perché così com'è la MMT italiana non è credibile.







5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non condiviso il 99% di quello che dici! Io a Rimini ci sarò e spero che tu vanga! Cosi dopo avrai piu elementi per giudicare, non come adesso che fai un'analisi approssimativa e senza aver approfondito molti aspetti.

Anonimo ha detto...

Scusami ho dimanticato: mi chiamo Mattia Bongiovanni

repazzo ha detto...

Parole magiche Mattie: spero anch'io che tu VANGA!

Sopravvissuto ha detto...

Caro Mattia i giudizi li definisci approssimativi perché sei tu a non conoscere i fatti.

Io nella MMT, nei gruppi di lavoro e nella mailing list di reimpresa ci sono dentro dall'inizio e conosco personalmente tutti gli attori coinvolti nella faccenda. Inoltre ho potuto apprezzare molti carteggi su cui ho sorvolato volutamente.

Non ultimo faccio attivismo da prima che Barnard si mettesse ad occuparsi di MMT e dei risvolti attuali che la cosiddetta crisi avrebbe portato ero a conoscenza probabilmente da molto prima che Barnard se ne accorgesse.

Infine che in novembre fossimo prossimi ad un colpo di stato finanziario lo avevo denunciato prima che Barnard scrivesse a Berlusconi per chiedergli ridicolmente di non cedere.

Barnard a volte arriva prima e a volte arriva dopo ma chiuso nel proprio egocentrismo crede di essere un fenomeno.

Gli voglio bene e lo ammiro per quello che sta facendo, un po' meno per quello che pensa (di te compreso).

Auguro a tutti un summit pieno di strumenti da utilizzare concentrandosi sul messaggio ed i contenuti piuttosto che sul metodo con cui vi coinvolgeranno i 3... cento.

Aprite bene gli occhi dopo aver usato a dovere le orecchie.

In autonomia di pensiero sempre.

Roger

Zio Dom ha detto...

Anche io ero a Rimini.
Le tue considerazioni economiche mi sembrano molto approssimative.
Le tue considerazioni politiche sono sensate e pongono per me il problema principale della MMT ora: il modo di gestirla e divulgarla!! E qui ho anche io l'impressione che Barnard sia a tratti incomprensibile..
A parte tutte queste considerazioni, e per concludere che è ora di cena, penso questo: le buone idee prima o poi trovano sempre i veicoli giusti per affermarsi.