giovedì 26 marzo 2009

Perché l' embargo adesso?

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO
Nessuno ha chiesto ancora l'embargo dei prodotti cinesi. Eppure Amnesty e Internet forniscono due ottime ragioni per farlo. La Cina è responsabile del 72% delle esecuzioni capitali nel mondo nel 2008: 1.718 su 2.390. La Cina sta applicando in modo scientifico la censura su Internet. E' un esempio per tutti i governi per la repressione del diritto di informazione. Da lunedì YouTube è oscurato in Cina. Il motivo, secondo la BBC, è un video con il pestaggio di monaci tibetani da parte di soldati cinesi. Le imprese italiane che "delocalizzano" in Cina sono due volte colpevoli. Perchè esportano lavoro e perchè finanziano una dittatura.


IL MIO COMMENTO

Quando queste cose le diceva la Lega non andava bene e tutti giù a fare la solita ironia.
Ora cos' è cambiato?
Come mai adesso questi discorsi si possono fare?
L' embargo avrebbero dovuto farlo i cittadini responsabili ma anche informati.
L' embargo lo si fa se le etichette sui prodotti parlano chiaro e dicono la verità.
Invece le banche ci stanno costringendo a farlo, riducendo il nostro potere d'acquisto e dopo aver spinto la globalizzazione che ha fatto sparire le nostre piccole aziende e la produzione locale.

domenica 15 febbraio 2009

PIL




L' incipit dell articolo 1 della Costutizione italiana recita testualmente:
" L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.".

Si passa così da una dittatura assoluta, come quella fascista, ad una dittatura "democratica" : quella del business che getta le basi del consumo a cui tutt' oggi veniamo spronati.

Il PIL è un indice che dice che è ricco non colui che vive nel benessere, ma chi può spendere e consumare. Si basa su tutto quanto produce denaro.

Non ricchezza.

Cos è la ricchezza? Cos' è il denaro? Riusciamo a scindere le due cose?

Colui che è felice, ama, si gode il proprio tempo, matura, cresce, conosce, è necessariamente ricco di denaro? E se fosse un povero?
E chi invece prospera economicamente si può dire senza esitazioni che ha lo stesso benessere del povero?

Chi dei due è il ricco? Chi il povero?
Il PIL è dunque una misura del benessere o soltanto un indice del giro di denaro che ci ruota attorno? Che ci fa spendere il nostro tempo a lavorare.

Quello che prima era un popolo che per centinaia di anni si era basato concettualmente sulla cultura, l' arte ed il sapere illuminato della coscienza si tramuta in una macchina di produzione di cui andare fieri, anzi di fronte alla quale prostrarsi in segno di rispetto.

In breve il dio lavoro (accessibile a chiunque, pure a chi non ha neuroni sufficienti per contribuire alla causa che fu prima del rinascimento e dell' illuminismo poi) può sentirsi degno, anzi fiero.
Si perché da questo momento anch egli esiste.


A scuola mi venne inculcata questa aberrante frase quale baluardo di libertà e nobiltà:
"Il lavoro nobilita l' uomo"

Cosa direbbe di questa frase Michelangelo, colui il quale più e meglio di chiunque altro ha interpretato l' uomo nella sua sofferenza e nobiltà nella forma e nella sostanza ideali?
Come se l' uomo di per sé non fosse già nobile in quanto ad immagine di Dio. O se vogliamo per ciò che è nelle sue potenzialità. Come se non fosse che il peccato a renderlo fallibile e fragile sotto il peso morale di essere la creatura imperfetta perché legata al materialismo.


Fare la prova di ciò che l' uomo si è ridotto ad impersonare è semplice. Basta rivolgersi a qualsiasi relitto umano che si spende la pensione al bar e troverete SEMPRE qualcuno fiero di essere lì. Perchè se l' è guadagnato con il sudore della fronte e ciò basta a dargli il diritto di giudicare benché, se questo mondo è così, è grazie anche a lui ed alla sua generazione.
Non ha più forze per lavorare ma allora che ne resta di lui?
Che cosa produce una mente che non ha mai funzionato e prodotto idee, ora che la forza è perduta?
Cosa può insegnare, tramandare ora che si trova nell' era del digitale e non sa nemmeno accendere un computer?
A chi o a cosa serve?
E' un inutile rudere. Disarmato e disabile. Se fosse parte della natura questa lo estinguerebbe.
Perché la natura è spietata (non crudele) e mantiene di sé solo ciò che è rigoglioso, produttivo, vivo.

Ma l' uomo è diverso. L' uomo ha pietà, aiuta, mantiene, procrastina e conserva chiunque ancora oggi consenta la sopravvivenza del sistema basato sul consumo e la spesa.
E chi è inutile diventa indispensabile sia perché produce PIL, sia per lavare la coscienza collettiva affinché non debba mai ammettere che ha ridotto l' uomo ad uno spreco.

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venerdì 23 gennaio 2009

Lassù qualcuno pensa anche a te.




Quando si tratta di informarsi su argomenti seri nessuno se ne occupa, nemmeno quando in ballo c' è la salute ed il benessere inteso al di fuori del lato economico.
Sino a quando non intacca il nostro patrimonio tutto viene lasciato a sé.
Perché tutto è pesante, noioso e chissà come mai diventa anche procrastinabile e si crede che debba interessare solo il prossimo.

Ci si accorge dopo che... e la colpa è sempre di qualcuno che avrebbe dovuto occuparsi del problema quando non lo riconoscevamo come tale.

Perché faceva comodo far finta di ignorare.

Soltanto allora si fanno nomi di politici, magistrati, maghi e fattucchiere.
Si invocano i tutori della nostra sicurezza (per lo più dei nostri interessi).

Il passo successivo è quello di spronare la gente a riunirsi ed a porsi il problema ed a protestare e manifestare. Ma soltanto dopo che NOI veniamo coinvolti.
Di colpo diventa una buona causa ed è scandaloso che la gente non si muova.
Se non lo fa forse è soltanto perché a questa non è stato ancora arrecato alcun danno.
Ma allora perché scandalizzarsi? E' giusto che sia così.

Ma ognuno è responsabile verso sé stesso in prima persona e raggiunta l' età della ragione non dovrebbe affidarsi a nessun altro.

martedì 13 gennaio 2009

Senza titolo




Incomincio senza parole.